Testo di Pierfranco Bruni
sei canto gitano nella stanza dalla tenda porpora sul mare
che ha il mugghiare del vento tra le onde e mi danzi sulle mani nel giro dei passi che sono spazio tra le parole dette e le parole assenti coglimi mai inventandoti il possibile coglimi sempre cercandomi nell’impossibile mi giochi l’anima sulla seta della tua pelle quando i tuoi baci non hanno ombre e i tuoi occhi sono maree nei miei occhi sei bella come tramonto e come alba come naufragio e come isola raccontami mai inventandoti il possibile raccontami sempre cercandomi nell’impossibile a volte ti colgo nella malinconia che è nella mia nostalgia di naufrago perso tra le strade finite che non hanno finzioni ma intrecciano i sogni alla notte e la luna tra i tuoi capelli che sanno di radici di epoche amami mai inventandoti il possibile amami sempre cercandomi nell’impossibile sei donna che scavi il Mediterraneo tra le rughe lascia pure la sabbia sul mio corpo la ritroverai tra alfabeti di gesti e ancore di vele mentre i silenzi hanno la voce lenta sulle nostre bocche amanti cantami ancora il passo gitano con suono rauco e corde di chitarra tra le sere della verde luna che ha riflessi di orizzonti infiniti e il mare il mare ancora il mare sempre il mare ha echi incisi negli Orienti ti porterò nel tempo delle favole dove l’incanto è magia e la magia ha il tuo tempo nei porti dei nostri incontri vivimi mai inventandoti il possibile vivimi sempre cercandomi nell’impossibile e poi lascia la tua bocca sulla mia fino a respirarti l’anima per una notte soltanto e poi per mille notti nella stanza sul mare con la tenda color porpora mentre resti gitana sul mio corpo nella danza dei nostri giorni e nelle pause che sanno di te e di me |